Adan e il nostro sistema di accoglienza. Intervento in consiglio comunale del 26.10.2017

La famiglia di profughi di Abdullah e i suoi tre fratellini, giunta a Bolzano dalla Svezia che li aveva diniegati, pensava forse di essere giunta in un luogo sicuro, così però non è stato perché quel lunedì sera, 2 ottobre, le porte del nostro sistema di accoglienza si sono chiuse. 

Quella sera sul diritto europeo e nazionale, sui diritti umani, sul buon senso, sull’umanità ha vinto la decisione di non accogliere.
Forse per paura di accogliere troppe persone, forse per timore del cd. fattore attrattivo, forse perché nei nostri centri /magazzini non c’era un posto per accogliere una famiglia cosi numerosa con un disabile, forse per dover assecondare una politica di limitazione dell’accoglienza nella nostra provincia o forse per un’interpretazione restrittiva o errata della circolare provinciale in vigore da circa un anno e che si occupa dell’accoglienza temporanea di soggetti vulnerabili.
Ai sensi di questa circolare l’accoglienza ad Abdullah e fratellini si sarebbe dovuta dare, ma qualcosa quel lunedì é andato storto e gli eventi si sono poi susseguiti velocemente, nella speranza e ricerca quotidiana di una accoglienza negata, fino purtroppo al grave incidente e alla morte in ospedale.
L’occasione triste ha scosso le coscienze e ha riacceso il dibattito sulla circolare provinciale che come affermato da esperti del settore (Unhcr, ASGI) é illegittima e va immediatamente ritirata perchè causa dell’insostenibilità giuridica e umana del nostro sistema di accoglienza in particolare dei cd. fuori quota e vulnerabili.
Se é vero che il sistema non ha funzionato, é vero anche che Abdullah e la sua famiglia si sono imbattute la stessa sera nella solidarietà della nostra città; la stessa sera la rete di volontari allertata come molto spesso avviene, si é immediatamente attivata sostenendo la famiglia.
La non accoglienza di Abdullah ha dato una vera e propria scossa e ha risvegliato la città e i cittadini, le istituzioni, le organizzazioni, il nostro sistema di accoglienza che, nonostante continue sollecitazioni, si era abituato a regole ingiuste e disumane, a persone per le strade che per mesi sono sopravvissute grazie ai pasti per i senza tetto del Comune e alle attività dei volontari o cittadini.
Non dobbiamo abituarci nemmeno, anzi dovremmo continuamente indignarci, alle condizioni inaccettabili di vita nei nostri centri di accoglienza o meglio ex magazzini, che stanno in piedi grazie all’umanità e impegno degli operatori che vi lavorano e alla pazienza dei richiedenti asilo costretti a vivere in spazi senza finestre e in lettini a castello senza privacy.
Come referente per i richiedenti asilo sono sempre stata consapevole delle difficoltà e limiti del sistema di accoglienza, non ritengo che ci debba essere più accoglienza in termini numerici oltre alla quota statale, ma sono assolutamente convinta che ci debba essere piú rispetto dei diritti umani, sopratutto dei più deboli, al di là del colore della pelle, della razza, della lingua, della nazionalità, perché Bolzano deve essere citata e conosciuta perché solidale e umana e capace di accogliere chi scappa da guerra e povertà.
In qualità di referente ho per mesi sollecitato un cambiamento urgente del nostro sistema di accoglienza provinciale in particolare ho chiesto con forza l’adesione allo Sprar – che il comune ha intrapreso in particolare per i minori e che ora ho   chiesto intraprenda anche per i soggetti vulnerabili e famiglie. 
Chiedo inoltre alle istituzioni e ai cittadini e cittadine di credere e parlare di più con chi opera ogni giorno con i migranti e con i richiedenti asilo stessi, e di unirsi contro razzismo e xenefobia.

Spero che il caso di Abdullah serva per una riflessione seria e continua sul nostro sistema di accoglienza.
So che i vari attori stanno già lavorando in questo senso e che sono state intraprese varie misure; ribadisco comunque le mie richieste:
– il ritiro della circolare provinciale illegittima sull’accoglienza temporanea;

– l’ immissione immediata e costante nel sistema nazionale dei richiedenti protezione internazionale cd. fuori quota in modo da non lasciare persone con diritti per strada senza assistenza umanitaria e trasferirli in altre città nel caso siano in numero superiore alla quota provinciale spettante; 
– l’apertura prima possibile del Centro di Emergenza Freddo sopratutto la messa a disposizione urgente di posti per soggetti vulnerabili e malati;
– graduale depotenziamento dei grandi centri magazzini come ad es. ex Alimarket e ispezioni/monitoraggio anche dal comune considerato che le condizioni di vita nelle grandi strutture cittadine non sono garantite nelle modalità previste dalle linee guida Sprar;
– un mandato agli uffici competenti di predisporre progetti Sprar con gestione diretta Comune/ASSB per soggetti vulnerabili / famiglie / adulti (oltre a quello per minori), reperendo risorse finanziarie a livello statale e ricercando e formando personale con appositi bandi pubblici.
Chiudo con un aggiornamento che mi sembra rilevante.

Come sapete la nostra provincia accoglie solo lo 0,9 dei richiedenti asilo e questo numero ammonterebbe a 1940. In realtà il numero degli accolti nei nostri centri provinciali ammonta a 1700, 240 in meno.

Ciò nonostante da marzo scorso abbiamo avuto 160 richiedenti asilo giunti autonomamente sul nostro territorio che sono rimasti per le nostre strade e sotto  ponti fuori accoglienza.

 La metà di loro circa non trovando accoglienza ha deciso di spostarsi, l’altra metà (o almeno 50 persone) dovrebbe essere stata ammessa in questi ultimi giorni nella quota statale e redistribuita sul territorio nazionale verso altri centri in Lombardia Piemonte Toscana. E questo nonostante la nostra ricca Provincia non abbia ancora raggiunto la propria quota di 1940.

Ho preso inoltre distanza dalle gravi scritte e attacchi  intimidatori al direttore che ha firmato la circolare provinciale sull’accoglienza temporanea di soggetti vulnerabili.

Chiara Rabini

Consigliera comunale 

Referente per i richiedenti asilo e rifugiati 

Autore: Chiara Rabini

Consigliera comunale per i Verdi Grüne Vërc Referente comunale per i richiedenti asilo e rifugiati

1 commento su “Adan e il nostro sistema di accoglienza. Intervento in consiglio comunale del 26.10.2017”

  1. Grazie di aver interpretato le nostre sensazioni, grazie che ci sei.Il tuo contributo e la tua parola e’ stata sicuramente ascoltata e noi sappiamo almeno che da qualcuno siamo rappresentati.E’ gia’ molto.Non riporta in vita nessuno ma ci autorizza a continuare sognare con coraggio e speranza.marina mitterstainer, bolzano,merano

    "Mi piace"

Lascia un commento