Il Sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati per la Città di Bolzano prevede un sistema di gestione in grandi centri di accoglienza straordinari, con l’unica eccezione di Maso Zeiler a Gries. I grandi centri di Bolzano ospitano dalle 100 alle 400 (Alimarket) persone e l’orientamento, in particolare in questo ultimo caso, pare intenzionato all’aumento nei prossimi mesi e almeno fino a gennaio 2018 quando i Comuni della Provincia avvieranno le loro progettualità SPRAR accogliendo piccoli numeri di richiedenti asilo.
Questi alti numeri nei nostri centri sono però dovuti ad una mancata volontà di programmazione anche per la nostra Città di un sistema ordinario, ordinato, diffuso e funzionante di centri minori che promuovano l’inclusione, che siano più umani e dignitosi e siano contemporaneamente di minor impatto sulla nostra città e per i nostri cittadini in termini di tensioni sociali e di fenomeni di intolleranza.
In quanto Consigliera incaricata per i richiedenti asilo e rifugiati ricevo segnalazioni di mal funzionamenti o di condizioni non rispettose degli standard minimi all’interno dei Centri di accoglienza. In alcuni casi i problemi sono stati per quanto possibile risolti, ma la maggior parte sono riconducibili alle condizioni di invivibilità nei grandi centri, in particolare all’Alimarket e all’Einaudi (dove vivono famiglie con bambini) e dell’impossiblità per gli operatori e operatrici, nonostante i molti sforzi, di accompagnare un così grande numero di richiedenti asilo.
All’ex Alimarket vi sono problemi dovuti al caldo, alla mancanza di finestre, alle condizioni igienico sanitarie, al sovraffollamento e ai continui arrivi, al cibo, alla mancanza di sicurezza e poco controllo, alle difficoltà di dormire, che rendono il clima all’interno sempre più insostenibile con possibili ricadute in termini di tensioni sociali come già spesso accaduto.
Da tempo i Verdi insistono per l’adesione allo SPRAR anche per la Città di Bolzano. Il modello di accoglienza in piccole e medie strutture, che sta avendo successo in molti comuni italiani, permette di gestire il fenomeno in maniera ordinata e non di subirlo, attivando e coinvolgendo l’ente locale, i servizi comunali, i soggetti del terzo settore, i volontari e la popolazione.
La Giunta comunale ha deciso nell’ultima seduta di aderire alla rete SPRAR e di iniziare ad attivarsi e impegnarsi in un progetto ritenuto prioritario per i minori stranieri non accompagnati e questo é sicuramente un primo passo positivo e importante. L’adesione non è per ora prevista per gli adulti e le famiglie.
La città di Bolzano, che attualmente accoglie ca. il 55% dei richiedenti asilo spettanti alla Provincia, da mesi sollecita i Comuni della Provincia ad attivarsi accogliendo almeno una famiglia o un piccolo numero di richiedenti asilo. Solo una volta ridotti i posti nei centri della città Bolzano potrebbe dedicarsi ad una prima progettualità Sprar per adulti o famiglie. Questa la linea sinora.
I Verdi chiedono tuttavia di seguire entrambe le strategie contemporaneamente, da una parte la diffusione sul territorio e dall’altra chiedono di anticipare i tempi e non attendere oltre, offrendo comunque il proprio contributo per una migliore gestione del fenomeno e questo nonostante le resistenze riscontrate nell’accoglienza da parte degli altri comuni della Provincia. E chiedono quindi di valutare di attivarsi non solo per i minori, ma anche per gli adulti, partendo dalle famiglie e i soggetti vulnerabili.
L’eventuale adesione del Comune allo SPRAR non comporterebbe alcun aumento del numero degli accolti che rimarrebbe sempre quello previsto dalla quota destinata alla Città di Bolzano, si tratta semplicemente di sperimentare un altro modello di accoglienza più ordinario (con fondi del Ministero degli Interni – di cui una quota fondi eu).
Il “Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati” SPRAR anche in seguito ad una Direttiva del Ministero degli interni del 2016 intende divenire il sistema unico di accoglienza dei richiedenti asilo e protezione internazionale a livello nazionale. L’obiettivo è passare dagli inadeguati CAS (Centri di accoglienza straordinari per lo più rivolti alla custodia, vitto e alloggio) alle progettualità SPRAR con piccoli numeri in centri minori e con percorsi individuali includenti. Tra le possibilità realizzate anche in altri Comuni italiani, vi è la conversione in posti SPRAR dei posti nei Centri CAS tramite bandi pubblici e qualora la struttura sia certificabile. Con la possibilità inoltre di affidamenti d’incarichi a evidenza pubblica per lo svolgimento di particolari funzioni all’interno del sistema di accoglienza che attualmente soffrono di mancanza di personale.